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Il testimonial: scelta azzardata o azzeccata?



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Molte aziende, affermate o in via di espansione, scelgono come canale pubblicitario un testimonial, più o meno famoso a seconda del budget che hanno a disposizione.

Il testimonial, come dice la parola, testimonia la veridicità, il funzionamento, l'efficienza di un determinato prodotto/servizio; si presuppone quindi che questa persona abbia provato l'oggetto da promuovere o il servizio contornato dalla sua bella presenza.

Ma cosa succede quando il testimonial non prova il prodotto? Che ripercussioni si hanno sull'azienda quando si punta tutto sul testimonial a discapito del prodotto?

Purtroppo nella maggior parte dei casi accade che un'azienda, piccola o grande, pur di raggiungere obiettivi al limite dell'impossibile in termini di profitto, "compri" il viso, la voce, il linguaggio non verbale affabile di una persona famosa, per diffondere il proprio prodotto.

Tutto ciò non basterà se l'azienda non lavorerà in modo proficuo sul prodotto stesso.

In quasi tutte le campagne pubblicitarie si vedono comici, ex presentatori, attrici, sportivi e sportive che parlano con entusiasmo di quella crema o di quel dolce, probabilmente mai provati; raccontano l'efficacia di quello shampoo senza conoscere la storia dell'azienda produttrice e la vita lavorativa dei suoi dipendenti, pronunciando bene il nome dell'azienda al solo fine della ricezione del bonifico con il compenso per la "testimonianza" eseguita.

Sì, eseguita, perché ci sarà un copione da seguire alla lettera, in un gioco delle parti che puzza di finto, che puzza di soldi facili.

Dall'esterno (non abbiamo la presunzione di dire che sia questa la verità o che questo sistema sia oltraggioso) sembra che l'azienda, non essendo molto sicura delle proprie capacità, abbia bisogno di "qualcun altro", qualcuno di famoso, benché magari lontano anni luce dalla propria realtà per stile di vita, credo, gusti, pur di poter dire: "Guarda qui cliente! Il mio prodotto è il migliore del mondo, perché te lo sta dicendo Sempronio Semproni!"

Questo articolo non vuole affatto denigrare il mondo dei testimonial, ma desidera porre l'accento sull'uso che se ne fa.

Per il tuo servizio, per il tuo prodotto il primo testimonial devi essere tu, nel senso che tu stesso e per primo devi usarlo, devi esserne fiero, felice di averlo sullo scaffale o a portata di rubrica telefonica.

Il testimone dice la verità, il testimonial non per forza.

Cosa ne pensi? Meglio investire risorse economiche per un testimonial che dia credibilità al tuo prodotto o lavorare affinché esso sia credibile di per sé?

I nostri consigli sperimentati sul campo:

  • ricerca testimonial che siano in linea con la tua concezione lavorativa;

  • sviluppa il prodotto, il servizio rendendolo utile e capace di generare un benessere tangibile;

  • lavora a campagne pubblicitarie capaci di valorizzare più il prodotto/servizio che il testimonial;

  • ove fosse possibile, richiedi prima di tutto la testimonianza dei clienti, cioè delle persone reali che hanno provato per davvero il tuo prodotto

Sii semplice e il tutto sarà efficace!

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