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Il "parlare male" parlerà male di te



Hai comprato un vino molto costoso, invecchiato in botti pregiate, conservato in cantine con il controllo accurato di pressione e temperatura. Lo porti a casa, pronto per degustarlo e condividerlo con i tuoi cari, ma all’improvviso di tua volontà, senza costrizione o forzatura esterna, decidi di utilizzarlo per friggere dei gamberetti andati a male…

Non ti sei imbattuto/a in un articolo di cucina francese, tranquillo/a, ma in una esemplificazione di ciò che accade quando “parli male” di qualcuno o di qualcosa.

Nel mondo del lavoro la cosa più ricorrente è parlar male della concorrenza; nel mondo del lavoro olistico “parlar male” è spesso associato all’azione della comparazione tra il “prima” ed il “dopo”.

“Quando ero in azienda era uno schifo… venivo sfruttato… il titolare era un… faceva così…diceva cosà”

Questo non fa che farti sprecare le tue preziose energie, il tuo tempo, il tuo pensare ed il tuo parlare. Se sei occupato a parlar male non puoi fisicamente parlare bene, hai una sola bocca ed un solo fiato.

Quando lavoravo come direttore commerciale ero contento di ciò che facevo, soddisfatto del mio stipendio e del clima in azienda, poiché io stesso contribuivo in toto a tutto.

Iniziando il lavoro come riflessologo olistico è cominciata la guerra: con il titolare in azienda, con i colleghi, con i clienti e soprattutto con me stesso!

Una continua lamentela sul lavoro e sulla stessa azienda, da un lato, ed un elogio spasmodico sulla riflessologia olistica, dall'altro. Il paragone era costante e si perpetuava ogni mattina, cominciando alle 9.00 e terminando (per modo di dire) alle 18.00: demonizzavo il lavoro in azienda ed idealizzavo il lavoro con la riflessologia.

In alcuni periodi, durante la pausa pranzo correvo nel mio studio per effettuare massaggi ai miei neo clienti, ritornavo al mio lavoro d'ufficio all'orario di apertura per poi ricorrere in studio dopo le 18.00.

Durante il primo periodo dell’attività olistica, quando un cliente al termine di un trattamento mi chiedeva del mio lavoro in ufficio, scattava la lamentela. Mi sentivo frammentato, ma non solo dal punto di vista fisico e logistico: quando ero in ufficio lavoravo alla riflessologia (sito, newsletter, ricerca clienti, blog, SEO, social network) e quando massaggiavo mi angustiavo per essere ancora “schiavo dell’ufficio”.

Parlandone con i miei amici e conoscenti, notavo come il mio racconto fosse noioso e pesante: alla “bellezza perfetta” della Riflessologia, contrapponevo la monotonia del lavoro in ufficio e dopo pochi attimi finivo per entrare in un vortice di lamentela, che rendeva la mia presenza quasi insopportabile.

Tutto riportava sempre a questa frammentazione della mia attività lavorativa e, di conseguenza, della mia persona, con forti scompensi anche per il mio corpo: acidità, mal di stomaco, nausea, vomito, stipsi, perenne raffreddore, otite, mal di schiena.

Nel momento in cui mi sono deciso a parlare bene del lavoro in ufficio, la mia vita ha fatto un salto evolutivo: ho iniziato a vedere qualcosa di buono e di utile anche dove, fino a poco tempo prima, vedevo solo occasione per male-dire.

In fondo, proprio grazie al lavoro in ufficio che ho svolto per tanti anni, ho potuto apprendere, coltivare e portare con me un bagaglio prezioso sulla parte amministrativa/gestionale, che è utile comunque anche ad un’attività olistica.

La fatturazione, il pagamento delle bollette, il classico “dare/avere”, la gestione dei clienti, sono strumenti utili in ogni tipo di attività. La parola Olistica viene rispettata anche in questo ambito puramente gestionale.

Parlare bene ti porta solo che Bene! Cosa aspetti?

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