Arriva il momento dopo mesi, anni passati nel tuo ufficio, che decidi di comprare una pianta e riporla in bella vista; così la parete bianca "sparisce" ed appare il colore a ridare calore al tuo ambiente di lavoro.
Nei primi tempi ricordi di innaffiarla, di toglierle le foglie secche, di darle luce, la guardi, la ammirano tutti. Tutto poetico, tutto molto romantico, ma poi arriva il momento in cui la pianta, passando in secondo piano con la parete bianca che prende il sopravvento nel tuo campo visivo, comincia ad appassire. Tu continui a darle acqua quasi in modo meccanico, a fare le stesse identiche cose, non capendo proprio perché cominci a marcire. Parte l' "accanimento medico" pur di cercare di salvare quella pianta, che solo qualche mese prima era cos' rigogliosa, gagliarda.
La pianta è ormai marcia ed andrebbe purtroppo cestinata in un sacchetto e lasciata fuori l'ufficio il mercoledì prossimo, giorno della raccolta differenziata...ma rimane lì impassibile ed appassita davanti a te.
Un articolo di botanica? Assolutamente no! Se ti dicessi che quella pianta è un progetto a cui stai lavorando da tanto, da troppo tempo forse?
Era iniziato con tutto l'entusiasmo, le energie, i sorrisi, le risorse, il rumore costante del "gimme five", i collaboratori sempre sul pezzo ed i primi piccoli risultati; poi al primo intoppo, davanti alla prima "foglia gialla", comincia a serpeggiare il nervosismo, il pessimismo ed invece che aumentare le cure, non te ne curi.
Ogni progetto con la P maiuscola ( e con un font extra bold) ha bisogno di cure costanti: devi monitorare il tuo umore, il tuo stato di felicità, quello dei tuoi collaboratori, le aspettative dei tuoi clienti, gli aspetti burocratici, i conti economici.
P come progetto, P come pianta:
puoi accanirti con una pianta, ma anche con un progetto, perdendo letteralmente energie e tempo. Nell'istante in cui scegli di portare una pianta nel tuo ufficio sai che non è uguale a tutte le altre; ha le sue esigenze ed il suo funzionamento e, nonostante sia stato tu a comprarla, sei tu che devi adattarti a lei.
Nell'istante in cui inizi un progetto sai che non è uguale agli altri; ha il suo funzionamento, le sue peculiarità e nonostante sia stato tu a crearlo, proprio tu dovrai cambiare atteggiamento, abitudini, ritmi. Sta a te capire quando ormai è troppo tardi per cercare di salvare un progetto ormai marcio, che non può più ricevere più nulla, ma soprattutto dovrai darti ancora soddisfazioni e profitto.
Dovrai avere forza e coraggio per gettare via il progetto, senza rabbia e rancore, ma con la piena consapevolezza che il suo tempo è terminato. Solo dopo quell'istante avrai lo spazio per dedicarti ad altro, per prendere una pianta adatta alle tue esigenze e caratteristiche; un progetto in cui potrai essere presente totalmente, a cui potrai dedicare cure adatte e che potrà restituirti frutti e risultati soddisfacenti.
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