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La differenza tra un leader ed un capo



Per diversi anni ho lavorato in azienda: ho spesso potuto notare come non di rado il potenziale umano delle persone (le loro attitudini, le loro peculiarità, le loro caratteristiche forti e quelle deboli) venisse livellato per comodità; facendo così il capo non deve preoccuparsi di essere flessibile, ma può usare o bastone o carota con tutti i suoi dipendenti.

Ma i dipendenti non sono suoi.

Quando il capo si piega alle spiegazioni del proprio dipendente, scopre quella ricchezza interiore che può arricchirlo. In tutti i sensi. Conoscere i punti di forza ed i punti con meno forza di una persona, potrebbe permettergli di sfruttare a pieno le sue capacità, aumentando il suo rendimento, il suo benessere e quello dell’azienda.

Un dipendente felice porta profitto.

Il capo, se è realmente capo, è a capo di un insieme di numeri: numeri previdenziali, stipendi a 4 cifre ogni 15 del mese, giorni di ferie/malattia, ore di permesso, soldi guadagnati o persi (hanno sempre maggiore impatto questi sulla sua psicologia). Il capo raramente china il capo per ringraziare i dipendenti ed i dipendenti raramente danno una pacca sulla spalla al proprio titolare. Questo va detto.

Se il capo si comporta da capo, i dipendenti si comportano da numeri.

Esigenze e lamentele.

Il leader guida i dipendenti, ma sa che anche lui è dipendente da loro. Ammette l’interscambio di energie.

Non crede alla frottola "tutti necessari, nessuno indispensabile".

Se nel motore al posto dell'olio motore inserissi olio d’oliva, questo andrà in tilt dopo pochi metri. Ogni persona all’interno dell’azienda porta con sè il suo materiale umano, che da un colore particolare al lavoro ed all’azienda stessa (persone e prodotto da vendere compresi).

Il leader è sullo stesso livello delle persone che lavorano con lui.

Il leader sa che non esistono titolari, capi, dipendenti, ma persone che lavorano con lui; persone che possono cambiare, inter-scambiarsi, ma che rimangono sempre e comunque persone.

I meriti sono di tutti. I demeriti sono di tutti.

Un leader se ha qualcosa di spiacevole da comunicare ad un suo collaboratore lo fa in privato; se ha da elogiarlo lo fa in pubblico e tutti i suoi collaboratori festeggiano.

Dove c’è un leader non c’è competizione, ma solo collaborazione.

Un capo è ossessionato dal profitto, talmente dedito a chiudere il bilancio in positivo che è disposto anche a calpestare persone e dignità. Un leader è desideroso del profitto, talmente attento a chiudere positivamente la giornata che è disposto ad ascoltare le persone ed accogliere le loro dignità. E dando questo esempio non potrà che ricevere il rispetto e la stima dei propri collaboratori, che vengono localizzati all’interno dell’azienda a seconda delle loro peculiarità.

Un capo vede le persone come numeri ed i numeri come persone. Un leader vede i numeri come numeri e le persone come persone.

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