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Cosa sai fare e cosa ti piace fare: la differenza che fa la differenza



Tutti i colloqui di lavoro iniziano con la fatidica domanda:

“Cosa sai fare?”

per carpire cosa è capace di fare la persona che potrebbe essere assunta o con cui potrebbe nascere una collaborazione.

La domanda però in sé è sterile ed infruttuosa, perché nella maggior parte dei casi il soggetto si troverà a fare ciò che serve all’azienda, per avere uno stipendio sicuro, andando molto spesso però contro la propria indole.

Si avrà la sicurezza del posto di lavoro, ma anche la certezza di diventare tristi, inappagati ed improduttivi.

MarkeThink Olistico durante i colloqui con professionisti, lavoratori dipendenti o imprenditori pone una domanda diversa:

“Cosa ti piace fare?”

Queste 4 parole scandagliano l’animo della persona oltre il curriculum, i master, gli stage, le esperienze pregresse, cercando di capire a fondo cosa realmente renda felice la persona sul posto di lavoro.

Quali peculiarità permettono al soggetto di portare a compimento il proprio talento, di rendere la propria passione un’attività lavorativa a tutti gli effetti.

Non per forza ciò che faccio mi rende felice, ma se faccio ciò che mi rende felice sicuramente sarò un ottimo professionista nel mio settore!

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