Il nome dell’attività lavorativa, nella quasi totalità delle volte, viene scelto dopo aver intrapreso una nuova via professionale. Secondo l’esperienza di MarkeThink Olistico questi due aspetti dovrebbero viaggiare di pari passo.
Proprio come quando una coppia aspetta un figlio e, conoscendo il sesso, decide il nome prima della nascita, quando hai ben chiaro cosa desideri fare è buona norma dare un nome alla nuova attività lavorativa.
Ricordo personalmente quando, anni fa, iniziando questa nuova avventura professionale ne parlavo agli amici, mostrando loro il logo salvato sullo smartphone!
Se non vuoi farlo per dovere, almeno fallo per furbizia!
La scelta del nome rappresenta il 50% della buona riuscita della tua attività lavorativa: deve essere accattivante, intrigante ed attrattivo. Prima di approfondire questi 3 aspetti, scopriamo insieme quali siano i 3 errori più comuni in questa importante e delicata fase iniziale.
Nome non in linea con ciò che fai
Per rimanere nell’esempio che abbiamo fatto poco fa, è come se la coppia di neo genitori decidesse di chiamare il bambino Bobby ed il cane PierAlbertoGiulio! Scambiare i piani dando un nome fuori luogo è una scelta molto errata e pericolosa, perché mina in partenza l’eventuale buona riuscita. Se ti occupi di pizza al taglio è deleterio per la tua attività scegliere un nome come “La marmitta della pizza“. Lo so, starai sorridendo e pensando che sia un esempio assurdo. Eppure so per certo che se scavi nella tua memoria ti sopraggiungerà il ricordo di un’attività con un nome paradossale, che allontana i clienti anziché avvicinarli. E’ molto probabile che la scelta sia stata fatta sotto la spinta del desiderio di originalità ed unicità nell’indicizzazione su Google. Ma ne vale realmente la pena?
Nome scopiazzato e riciclato
Una famosa canzone recitava “Sei solo la copia di mille riassunti“…se sei ancora nella fase di scelta del nome tieni a mente questa canzone; essere la copia di qualcun altro non è un buon inizio. Scegliere lo stesso identico nome o un logo molto simile ad un concorrente già consolidato e vincente potrebbe sembrare la scelta migliore, vero?!? Poco sforzo, sfruttamento del lavoro di un altro concorrente, avere già pronto il materiale pubblicitario… Ma copiare ti livella alla massa, non ti fa emergere, c’è poco di cui discutere. E’ come dire “Antonio” in una stanza in cui tutti si chiamano Antonio: quante persone si gireranno? Ora potrai dire: “Ma se faccio il pasticcere ho una cerchia di opzioni molto ristretta“. Vero, verissimo! Però ricorda che puoi sempre personalizzare, modificare, rendere unica una parola cambiando lettere, invertendo sillabe, aggiungendo un disegno, un logo particolare. Un esempio che riguarda da vicino MarkeThink Olistico è "ArmonYa per essereBene": parole già usate, ma guarda il gioco di parole e l’uso delle immagini!
Nome forzatamente originale
Come chiamare un figlio AntonKevinGiulio per essere originali, così succede in tante attività, dove i titolari scelgono nomi che sfiorano il ridicolo. Nomi inventati, articolati, artificiosi, in combinazione di più lingue straniere, spesso impronunciabili ed illeggibili, in cui il rischio di perdere in credibilità è altissimo. Alla originalità forzata, preferisci sempre la semplicità funzionale e consona alla causa.
Accattivante: originale nel contenuto, nella forma, nei colori, nel messaggio
Intrigante: che sappia essere brioso, elettrizzante, positivo
Attrattivo: che sappia essere magnetico, catturare l’attenzione e rimanere nella memoria
Scegliere sempre: un nome semplice, che rispecchi ciò che fai, che attiri clienti, che non sia già (ab)usato.
Buona scelta a te!